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Migliaia di profughi siriani verso la Turchia e l’Europa. Erdogan: “Non ce ne faremo carico da soli”

Decine di migliaia di famiglie stanno scappando dalle città della provincia di Idlib sotto attacco dell’aviazione russa e siriana. Sarebbero oltre 80mila gli sfollati nel nord-ovest della Siria diretti verso la frontiera con la Turchia. Il presidente Erdogan avverte: “La Turchia non si farà carico da sola di questo fardello di migrazioni”. Negli ultimi giorni sono decine le vittime dei bombardamenti in quello che si prospetta come l’ennesimo bagno di sangue in Siria.
A cura di Mirko Bellis
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Decine di migliaia di sfollati siriani sono in fuga verso la Turchia (White Helmets)
Decine di migliaia di sfollati siriani sono in fuga verso la Turchia (White Helmets)

Colonne di camion e auto con a bordo uomini, donne e bambini in fuga dai raid aerei russi e governativi sulla provincia nord-occidentale di Idlib. Veicoli stipati all'inverosimile: trasportano tutto quel che resta della misera vita di tante famiglie siriane dopo quasi nove anni di guerra. È l’ultima, impressionante immagine che arriva dalla Siria. Gli sfollati provengono da Maaret al Numan, da Saraqib e dalle altre città negli ultimi giorni sono sotto pesante attacco dell’aviazione di Mosca e Damasco. Sarebbero oltre 80mila le persone che stanno scappando verso nord, dirette al confine con la Turchia.

Di fronte a questa nuova emergenza umanitaria, il presidente turco Erdogan avverte: “La Turchia non si farà carico da sola di questo fardello di migrazioni”. Ma la battaglia del presidente Bashar al Assad per espugnare i territori che ancora sfuggono al suo controllo rischia di essere l’ennesima tragedia a cui il mondo assiste impotente. Nell'ultima settimana, diverse città sulla strategica autostrada M5, che collega la capitale Damasco ad Aleppo, sono state obiettivo dei raid e dell’artiglieria. Bombardamenti su aree civili che hanno provocato massacri come quello a Saraqib dove è stato colpito un mercato in pieno giorno.

Solo nella giornata di domenica 22 dicembre, 10 civili hanno perso la vita. Tra le vittime anche due fratelli, uccisi assieme al padre a Maarat al Numan. È proprio in questa città che si stanno vivendo le ore più tragiche, come ha raccontato in un drammatico video uno dei suoi abitanti. “Vi parlo da Maarat al Numan – ha detto l’uomo tra le lacrime – dove abbiamo vissuto una notte di sangue. Vi prego venite a salvarci. Non abbiamo più un luogo sicuro e non ci sono abbastanza auto per portar via le persone. Chiunque abbia un veicolo venga ad aiutarci”, il suo appello carico di disperazione.

Il destino per chi riesce a scappare dalla violenza è tremendo. Ankara da tempo ha chiuso il confine a nuovi profughi siriani e per le famiglie di disperati non resta che trovare riparo nei campi per sfollati o nei rifugi improvvisati. Con l’arrivo dell’inverno, inoltre, la situazione si fa sempre più drammatica. Secondo le Nazioni Unite, sono tre milioni i siriani che necessitano di assistenza umanitaria.

Venerdì 20 dicembre, la Russia e la Cina hanno posto il veto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla risoluzione che prevedeva la consegna di aiuti transfrontalieri dalla Turchia e dall'Iraq a milioni di civili siriani per un anno. Nel mezzo della crisi provocata dall'escalation di violenza sul nord-ovest della Siria, la decisione di Mosca ha suscitato aspre critiche da parte degli Stati Uniti. Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, in una nota diffusa sabato ha affermato: “Il veto della Federazione Russa e della Cina alla risoluzione del Consiglio di sicurezza che consente agli aiuti umanitari di raggiungere milioni di siriani è vergognoso”. Ursula Mueller, vice capo per gli aiuti umanitari dell'Onu, ha avvertito che, senza le operazioni transfrontaliere, milioni di siriani smetteranno di ricevere aiuti. “Ciò provocherebbe un rapido aumento della fame e delle malattie, causando morte, sofferenza e ulteriori spostamenti – anche oltre confine – per una popolazione vulnerabile che ha già subito una tragedia indicibile a causa di quasi nove anni di conflitto”, ha detto Mueller davanti ai membri del Consiglio di Sicurezza.

Il governo di Damasco è intenzionato a riconquistare le aree della Siria nord-occidentale sotto il controllo dei miliziani ribelli, su cui dominano le fazioni jihadiste di Hayat Tahrir al-Sham (Hts, Movimento di Liberazione del Levante). Le formazioni islamiste, da parte loro, hanno avvertito di essere pronte al combattimento in quello che si prospetta come l’ennesimo bagno di sangue ai danni dei civili siriani a cui il resto del mondo assisterà senza intervenire.

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